Perchè si  chiami così è un mistero, si tratta di una pianta della stessa famiglia  delle more, con frutti piccoli color rubino, dai tralci molto spinosi  che però sono un'efficace difesa da insetti come gli afidi (i comuni  pidocchi delle piante).


La  raccolta non è difficile perchè si staccano facilmente lasciando il  picciolo sul rametto a frutto. Il gusto è buono, asprigno e aromatico,  ottimo su torte gelato di frutta, anche perchè molto decorativi.
Anche fare  nuove piantine non è difficile, per capogatto, cioè interrando la punta  dei rami dell'anno che breve tempo sviluppa radici da cui alla  primavera successiva partiranno i nuovi tralci.
Giovane piantina messa a dimora.
E' una  pianta ottima per siepi divisorie, è anche abbastanza resistente alla  siccità, cosa non male di questi tempi. A fine raccolta dei frutti si  eliminano i rami vecchi e si sistemano con ordine i nuovi tralci, che  porteranno i frutti il prossimo anno. In genere matura a fine giugno,  dopo i lamponi e assieme alle more selvatiche.

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