Come in ogni medicinale, oltre agli effetti positivi e benefici, ci sono degli effetti collaterali che possono essere poco piacevoli, anche nell'utilizzo delle caprette tibetane per la pulizia del mio oliveto ci sono stati degli effetti collaterali negativi... Anzitutto costruire un recinto a prova di evasione in un terreno scosceso e a fasce come il mio non è stato molto facile, inoltre ci si mettevano anche i cinghiali, che sollevavano la rete con il loro muso a cuneo per entrare a cercare tuberi e lumache, specie dopo le giornate di pioggia.
Così le caprette uscivano per andare a pascolare nei terreni circostanti incolti e invasi dalla macchia mediterranea (ginestre, lentischi, mirto e alanterno), per poi tornare verso casa dalla parte esterna del recinto e arrivando ovviamente alla zona da me coltivata a orto e giardino... a farne le spese erano sopratutto le viti e le foglie basse dei limoni, mentre inizialmente venivano rispettate le sterlitzie, fiori a cui ero particolarmente attaccato e che curavo da anni...
Era stato un mio conoscente che aveva un bel villino in una zona di Alassio chiamata regione Paradiso a darmi le sementi, che otteneva lavorando sui fiori con bisturi e pennellino in quanto queste piante nella zona di origine vengono impollinate dai colibrì; questi semi sembrano dei pallini di piombo con attaccata una piumetta color arancio e impiegano parecchio tempo a germogliare, poi anche la pianta, nei nostri climi, è piuttosto lenta a crescere i primi anni... comunque ero riuscito a farne due bei filari con foglie alte quasi un metro e mezzo e in primavera raccoglievo dei bei mazzi di fiori pur lasciandone parecchi sulla pianta.
Dopo un primo periodo di tregua, probabilmente perchè c'era altro da mangiare, un bel giorno mi trovo tutte le foglie rosicchiate, restavano solo gli steli che sono abbastanza coriacei... In quel momento ho capito che anzichè cercare di tenere le caprette dentro il recinto, mi conveniva tenerle fuori della zona coltivata, che ho circondato con un secondo recinto a prova di capre e cinghiali... quindi rete robusta da mt. 1,50 , alla base risvoltata verso l'esterno e interrata, pali in tubo zincato.
Tagliati alla base gli steli rosicchiati, sarchiato e concimato bene, quindi annaffiato con regolarità, pian piano le piante si sono riprese, con delle belle foglie (anche se non alte come prima, ci vuole tempo)... Tutto procedeva per il meglio e prevedevo un discreto raccolto di fiori, quando mi accorgo che due caprette sono incinte e per evitare che partoriscano fuori, col rischio che i piccoli finiscano in bocca a volpi o altri animali, decido di rinchiuderle nel pollaio dove anni fa' tenevo le galline...
Nati i piccoli, per un pò ho sfamato le caprette con rami di olivo e di mandorlo, poi un bel giorno ho pensato di liberarle nella zona coltivata proteggendo le piante a rischio con delle reti di plastica che usiamo per la raccolta delle olive... viti e limoni erano ben protetti, le sterlitzie pure, credevo, finchè un giorno non ho visto una capretta che era riuscita ad infilarsi nel tunnel di rete e mi aveva rosicchiato tutte le foglie nuove, ovviamente anche tenere...
Ho rifatto l'operazione precedente, con concimatura e tanta acqua, ora le piante sono come potete vedere dalla foto scattata oggi... riuscirò a vederle fiorire la prossima primavera??