sabato 12 luglio 2003

MARTA E BRICIOLA


Dopo qualche tempo dall'arrivo della prima coppia, considerata la vastità del terreno da pulire, ho pensato che sarebbe stato bene incrementare la popolazione caprina, magari con alcune femmine di discendenza diversa, per evitare accoppiamenti tra consanguinei e mi sono rivolto ai genitori della volontaria della pubblica assistenza già nominata. Il terreno di questi amici era perfettamente rasato, solo nella parte alta era stato lasciato un boschetto in cui le caprette trascorrevano le ore calde della giornata; le due caprette a me destinate erano ancora chiuse nella stalla, si trattava di madre e figlia di circa tre mesi, ci è voluto un po' a prenderle e a legare le zampe con una fettuccia di stoffa... il tutto con le due che belavano come se le stessimo scorticando vive! Finalmente le sistemiamo nel baule dell'auto, io parto rapidamente, sempre con il coro delle due belanti a squarciagola... Il problema era che dovevo attraversare mezza città, con vigili agli incroci che certamente avrebbero sentito il belare disperato, quindi ho messo l'autoradio a palla sintonizzata su una di quelle stazioni che trasmettono musica martellante da discoteca... Per fortuna sono arrivato alla strada che dall'Aurelia porta al mio terreno senza problemi di sorta, pochi tornanti tra le villette ed infine mi fermo nel parcheggio, da dove con un breve sentiero si entra nel mio terreno. Appena apro con cautela il portabagagli mi rendo conto che le due si sono liberate, per paura di far male non avevo stretto troppo i nodi, e quindi altro problema, devo cercare di catturare la piccola senza che mi scappino entrambe, una fatica che non vi dico... inginocchiato dietro l'auto, con le braccia infilate dentro e con la testa che teneva il portellone per evitare che si spalancasse!

Mentre sono in questa precaria condizione, sento il proprietario della villa confinante, che stava annaffiando il giardino che mi dice: - Che fa', signor Paolo, prega? - Finalmente acchiappo la piccola e riesco a tirarla fuori, chiudendo contemporaneamente la madre dentro, poche parole di chiarimento al vicino e via di corsa su per il sentiero con la belante in braccio. Chiusa la piccola nel recinto ripeto l'operazione con la madre, con più tranquillità perché anche se riusciva a sfuggirmi non sarebbe certo scappata lontano dalla figlia... Riunite finalmente le due nel recinto assieme a Rocky e Bettina ho potuto tirare un sospiro di sollievo, senza sapere che i problemi non erano ancora finiti... Infatti la mattina dopo le due non sono nel recinto e non riesco a capire da dove possano essere uscite! Me le immagino trotterellanti lungo la vecchia strada romana, che cercano di ritornare alla loro stalla lontana parecchi chilometri... o schiacciate da un'auto sull'Aurelia... invece al pomeriggio le vedo nella fascia sopra la baracca degli attrezzi che mi stanno guardando curiose... Le adesco con dei pezzi di pane secco e riesco a farle passare su un laccio di corda posato per terra, tiro veloce la fune e acchiappo la madre per una zampa come al rodeo. Potete immaginare la lotta per trascinarla nel recinto, col belare disperato sia della madre che della piccola che ci seguiva... La cosa si è ripetuta per una settimana di seguito senza che riuscissi a capire da dove uscivano, con sempre maggior difficoltà ad acchiapparle; ero disperato, quando erano fuori mi guardavano come per prendermi in giro! Solo dopo un lungo appostamento, dopo aver fatto finta di tornare a casa, sono riuscito a capire da dove uscissero, strisciavano sotto la rete in un punto dove non era ben ancorata.
 La madre l'ho chiamata Marta perchè aveva uno sguardo un po' bovino che mi ricordava una ragazza conosciuta in gioventù, la piccola Briciola, per una macchietta bianca sul muso che sembrava proprio una briciola di pane. Marta aveva due pendini sotto il muso, Briciola li aveva all'attaccatura delle orecchie, mentre Rocky e Bettina non avevano nessun pendino.

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