. Con le ultime due arrivate ero divenuto proprietario di un minibranco composto da Rocky e le tre femmine, i cui iniziali scontri erano stati sedati dal maschietto dominante... Il recinto era divenuto piccolo, l'erba completamente rasata e così avevo iniziato a far uscire maschio e femmine dopo aver protetto con rete l'orto e la serra. Per la verità qualche vite troppo vicina alla rete aveva perso le foglie, ma ciò era ampiamente controbilanciato dal fatto che tutte le infestanti, rovi, edera, rose selvatiche ed altre spinosità venivano divorate come se fosse tenera lattuga, mentre venivano risparmiate le bulbose, come iris e narcisi, che in primavera fiorivano all'ombra degli olivi... forse per l'odore forte che sembra aglio. Una mattina mi telefona il mio amico Valerio, valido aiuto nei lavori di recinzione, dicendomi che gli avevano regalato una capra nana che aveva già messo assieme alle altre... non è granchè, mi dice, ma non immaginavo certo quanta verità nascondessero queste parole.
Mi racconta che questa capretta era vissuta sempre da sola, unica compagnia le galline e i numerosi cani da cinghiale del proprietario, un contadino che coltivava vasetti di lavanda ed altre aromatiche in alcune serre. Quando non era chiusa nel pollaio, la poveretta veniva legata con una corda di alcuni metri ad un picchetto piantato per terra in un terreno incolto tra le serre, contribuendo a tener pulito questo spiazzo utilizzato anche come parcheggio dai camion che venivano a caricare i vasetti. Alla sera, terminato il lavoro, vado su in campagna a vedere questa capretta, anche perchè le parole di Valerio mi avevano incuriosito ... La poverina sembrava una capra normale a cui avessero accorciato le gambe, con un testone grosso e senza corna, ricordava di più un cane, anche perchè aveva un collare di cuoio spesso e con borchie metalliche (che le ho subito levato). Una pancia asimmetrica e spelacchiata, stava lì ferma a guardare le altre come se si chiedesse che animali fossero; le altre caprette erano di fronte immobili, non riuscivano a capire da dove saltasse fuori questa bestia più grossa di loro. Finalmente Rocky prende l'iniziativa, deve far vedere chi è il capo e si avvicina fiutando guardingo, poi inizia a spintonare, infine si drizza in piedi e piegando la testa da un lato, dà una fiera capocciata all'intrusa... come sbattere contro un muro, il capretto rimbalza indietro e la capra non si sposta, anzi sembra stupita di questa accoglienza. Resto ancora qualche minuto, mentre la situazione è tornata di stallo, poi me ne torno verso casa, pensando di chiamarla Valeria in onore, si fa per dire, del mio amico "compagno di merende".
Al mattino, mentre sono al lavoro, mi richiama Valerio, dicendomi che era su dal recinto e che a Rocky si era spezzato un corno, era un po' sanguinante, ma che era riuscito a far vedere chi comandava, stava possedendo la nuova arrivata... Da quel momento però ha iniziato a comportarsi come il maschio, annusava l'urina delle altre caprette e sollevava il muso con quella caratteristica smorfia che fanno i maschi, correva insieme a Rocky dietro le caprette mugolando (non sapeva belare), ma ogni tanto gli si concedeva e Rocky non era geloso di come Valeria si comportava con le caprette... Non ha mai partorito, penso fosse troppo vecchia, e dopo un anno circa è sparita, credo sia andata a morire in qualche punto della macchia mediterranea che circonda il mio uliveto, o forse è rimasta in qualche laccio che i bracconieri mettono per i cinghiali. Spero solo che l'anno di libertà che ha avuto nel mio terreno l'abbia in parte ripagata della vita segregata che le hanno fatto fare...
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