giovedì 7 ottobre 2004

Una regina nera, di origini africane


E' la farfalla del corbezzolo, la Charaxes jasius, l'unica della sua famiglia a vivere nei nostri climi. Poiché la sua larva vive quasi esclusivamente sul corbezzolo, raramente su agrumi, il suo habitat è limitato alle coste italiane con macchia mediterranea, escluse (pare) le adriatiche. Anche la sua larva, un verme verde piatto che si mimetizza bene sulle foglie di cui si nutre, è di aspetto originale, con una sorta di elmo sulla testa e due macchioline dorsali.



Il primo incontro con la Charaxes è stato in Corsica, negli anni ottanta, ero seduto al mio tavolino da campeggio su cui era posato un bicchiere in plastica Corsica Ferries e improvvisamente una bella farfalla era arrivata volando controvento sino al bicchiere e per nulla intimorita si era messa a succhiare il rosè di Aleria srotolando una lunga lingua piatta.
Prima l'ho scacciata pensando che si avvelenasse, poi visto che insisteva l'ho lasciata succhiare... fatto il pieno di rosè corso si era allontanata verso i cespugli, senza volare storto come prevedevo.
Da allora il fatto era successo spesso, anzi quando arrivava rovesciavo qualche goccia sul tavolo perchè si servisse meglio.
Anche qualche anno fa, quando andavo al golfo di Aliso a capo Corso assieme a mia moglie, arrivava spesso qualche charaxes attirata dal rosè (avevo cambiato stato civile ma non gusti enologici, anzi li avevo trasmessi a mia moglie).
Poi mi sono accorto che le stesse farfalle erano anche da noi, quando c'erano pesche cadute a terra troppo mature arrivavano attirate dall'odore e succhiavano la polpa in fermentazione.
Un mese fa' ho cominciato a vederne qualcuna, giravano attorno ai carrubi attirate dall'odore dolciastro delle carrube in maturazione, ma è difficile fotografarle, volano rapidamente e difficilmente si posano. Così, forte dell'esperienza in Corsica, ho preso del vino frizzante portato dalla Romania dall'amico Petre e ho provato ad attirarla. Ne è arrivata una quasi subito, ha solo annusato ed è ripartita in volo prima ancora che potessi scattare una foto. Giorni dopo ne ho trovata una in serra, sbatteva contro i vetri non trovando l'uscita ma anche quella è fuggita prima che avessi il tempo di accendere la fotocamera.
Nel frattempo era l'ora della partenza per Barcaggio, dove ero sicuro che avrei trovato e fotografato l'ineducata farfalla... infatti di charaxes ce ne erano tante, mi passavano davanti al naso al mattino quando mi affacciavo a guardare lo stato del mare, si posavano a terra sul piazzale del porticciolo dove c'erano pozze d'acqua ma fuggivano appena mi avvicinavo, me le trovavo a svolazzare sul mare quando trainavo sottocosta ai dentici... ero diventato lo zimbello di mia moglie e di mia cognata, mi dicevano in continuazione “guarda, la tua farfalla!”... finalmente mi danno la segnalazione giusta, ce ne era una posata sullo stenditoio davanti alla finestra della camera. La fotografo attraverso i vetri, ad ali chiuse, poi apro la finestra per fotografarla meglio e ovviamente scappa. Per fortuna la foto è di qualità discreta. Ma volevo la foto ad ali aperte, quindi la caccia non era ancora finita...
Quando non uscivo in barca a pesca mi sedevo sul muretto davanti a casa con un bicchiere di rosè, lo agitavo, ne spargevo un po' sul cemento caldo per farlo evaporare, ma di charaxes nemmeno l'ombra, passavano in volo ma nessuna arrivava attirata dal vino, anzi ero io che passavo per beone perchè avevo sempre il bicchiere in mano.
Finalmente il penultimo giorno, mentre attraversavo il piazzale del porto per andare a pesca, eccone una che si posa quasi ai miei piedi e si lascia fotografare ad ali aperte mentre cerca un po' di liquido tra il fango essiccato dal sole. Quella stessa mattina ho agganciato un dentice sui due chili che si è staccato proprio a galla, vicino alla barca... non importa, ho pensato, ho le foto della farfalla...

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