Buon Anno 2005
venerdì 31 dicembre 2004
sabato 25 dicembre 2004
L'agave
E' una  pianta molto decorativa, di crescita lenta ma raggiunge dimensioni  notevoli, sui bordi della strada che sale al mio terreno e nelle  scarpate ce ne sono molte, anche perché si propagano facilmente  emettendo dei germogli dalle radici che generano nuove piantine. Certe  piantine riescono anche a sbucare dall'asfalto dove è più sottile.
Le più comuni sono con le foglie verdeazzurro o a bande gialle, io preferisco quelle verde scuro a foglia larga, anche se purtroppo devo spuntare le spine terminali perchè sono veramente pericolose.
Questa della foto è stata piantata da me più di vent'anni fa' (post dic.03),  crescerà per almeno altri vent'anni prima di fiorire e poi seccare,  delle tre specie è la più longeva. La fioritura dell'agave è  spettacolosa, uno stelo alto parecchi metri che inizialmente sembra un  grosso asparago, poi ramifica sulla sommità con grosse capsule piene di  polline.
martedì 21 dicembre 2004
Tramontana
Una bufera  di vento sul mare è uno spettacolo, specie se lo si guarda dal sicuro  della terraferma, esserci in mezzo è certo meno piacevole... oggi le  raffice di tramontana strappavano le creste delle onde, il mare in certi  momenti sembrava bianco di neve.
Però le temperature non sono ancora invernali, sinora è stato un dicembre mite e soleggiato, e tra una settimana è Natale.
Oggi vi  presento Martina con le due figlie, Melusina e Faustina (non è finita  nel forno come qualcuna insinuava...); ora sono molto simili, quando  sono nate a marzo erano di sfumature diverse.
mercoledì 15 dicembre 2004
Caprette nel bosco
Da una  settimana sembra che sia tornata l'estate, temperature minime di 12  gradi, sole caldo anche se un po' basso sull'orizzonte, nei giorni che  non ci sono cacciatori in giro lascio uscire le caprette nel terreno  incolto che mi circonda (anche per non averle intorno mentre raccogliamo  le olive...).
La piccola  Smilla ha seguito il branco, anche se non era molto convinta ad  abbandonare la sicurezza del recinto, le altre invece a gruppi si sono  ben presto sparpagliate a brucare.
Però basta  un minimo rumore sospetto a farle tornare tutte di corsa verso casa,  soprattutto se sentono i campanelli dei cani da cinghiale, di cui le più  vecchie hanno un brutto ricordo.
Le caprette Gardenia e Momi
venerdì 10 dicembre 2004
Gardenia e Cicabù
Ed eccoci  arrivati al 10 dicembre, fra dieci giorni avremo la notte più lunga poi  lentamente le giornate si allungheranno, anche se l'aria sarà fredda  ancora per alcuni mesi.
In pochi  giorni molte piante sono ingiallite e presto saranno spoglie, altre  invece come l'ulivo, il lentisco e il carrubo resteranno verdi ma  rallentando molto la crescita.
la capretta Cicabù
la capretta Gardenia
Le  caprette hanno già tutte il soffice pelo invernale, abbandonando il  vestitino di pelo raso che in estate le protegge dal caldo e dai  parassiti.
mercoledì 8 dicembre 2004
Frantoio moderno
In un post dello scorso anno avevo  descritto un frantoio di tipo tradizionale con pressa verticale, questa  volta spiego come funziona un frantoio a ciclo continuo, sempre con  estrazione a freddo per non compromettere le caratteristiche  organolettiche dell'olio d'oliva. 
Le olive vengono caricate nella vasca sotto le mole che ruotano lentamente per frangere le olive senza emulsionare la pasta che si forma, per almeno una ventina di minuti.
Al termine la pasta viene scaricata nella gramola sottostante, una sorta di impastatrice che con movimenti lenti la rimescola favorendo la separazione dell'olio. La temperatura della pasta è di circa 30°, calore dovuto esclusivamente alla macinatura. Dalla gramola, tramite una pompa, la pasta miscelata ad acqua per renderla più fluida viene inviata ad un separatore centrifugo ad asse orizzontale.
Il separatore centrifugo, ruotando ad alta velocità, separa l'olio e l'acqua dal residuo, chiamato sansa, costituito dai frammenti dei noccioli e della polpa dell'oliva. La sansa viene direttamente convogliata all'esterno, contiene una piccola parte di olio che può essere estratto con solventi in appositi stabilimenti (il cosidetto olio di sansa), procedimento che ormai risulta antieconimico rispetto ai bassi costi dell'olio importato da paesi extracomunitari e quindi si preferisce spargerlo come concime sui terreni.
Dal  separatore centrifugo escono separatamente l'acqua e l'olio, che vengono  inviati ad un altro separatore centrifugo, ad asse verticale, che  recupera la minima parte di olio presente nell'acqua e raffina  ulteriormente l'olio che può così essere direttamente raccolto in un  recipiente per il trasporto. Si arriva al frantoio con il mezzo carico  di sacchi di olive e si riparte con due o tre taniche di olio  sicuramente genuino...
  venerdì 3 dicembre 2004
Un click di beneficenza
Oggi non si parla di caprette, di piante o di animali, ma di come fare beneficenza con un semplice click del mouse...
Qualcuno  lo conosce già, è nei miei link sin dai primi giorni di blog, ma ne  voglio parlare per spiegare meglio come si possa far mangiare dei bimbi  bisognosi argentini con un semplice click del nostro mouse, magari  ripetuto ogni giorno. I soldi non li cacciamo fuori noi, ma gli sponsor  che fanno pubblicità sul sito (anche se a volte sono multinazionali a  cui darei volentieri fuoco...).
Con un  conteggio che non ho capito bene (non hablo espanol) ma che dipende dal  numero dei click e degli sponsor giornalieri, due o tre in genere, si  hanno i soldi per pagare piatti di minestra nelle varie mense delle  associazioni collegate, di cui una è visibile in foto. Nel mese di  gennaio 2004 i piatti così distribuiti sono stati oltre 71.000, nello  scorso ottobre oltre 40.000.
Poiché ho  notato un calare dei piatti distribuiti, causato ovviamente da minori  click, ho pensato bene di segnalare la cosa ai frequentatori del mio  blog in modo che altri blogger possano, come faccio io, cliccare una  volta al giorno sul pulsante dona comida del sito Por los Chicos.
Sul sito è  possibile conoscere le associazioni collegate, sia laiche che  religiose, si può scaricare un loro banner (cosa che non ho fatto perchè  non ci sono riuscito), vedere ogni giorno il numero dei piatti pagati  dagli sponsor ecc. La cosa è seria, io la seguo dai primi del 2002. E  poi, lasciatelo dire da un ligure, è gratis!
venerdì 26 novembre 2004
L'isola Gallinara
poiché  qualcuno nei commenti si è interessato all'isoletta che mi sta di  fronte, sia per la sua forma curiosa, sia per usarla come eremo contro  lo stress della vita moderna (consigliato solo nei mesi invernali,  andatevi a vedere com'è a ferragosto...),  ho fotografato con lo zoom la parte centrale dell'isola; sul culmine, a  quota 85 mt sul mare, c'è una torre di avvistamento del tempo che i  saraceni scorazzavano sulle nostre coste, la costruzione più grande è la  vecchia villa padronale dei Diana, i proprietari genovesi del  dopoguerra. In precedenza era un convento dei Benedettini che si dice  allevassero galline da cui il nome dell'isola... In alto a sinistra c'è  una piccola chiesetta con relativo minicampanile.
Come si  può notare facendo riferimento all'orizzonte, il mio terreno è una  decina di metri più in alto. Proprio stamattina, su una locandina  dell'edicola, ho letto che è stata acquistata da un gruppo di privati:  speriamo bene, coi tempi che corrono e con il rispetto del territorio  che dimostrano gli attuali governanti...
martedì 23 novembre 2004
Pratoline
Bellis perennis
Le  sue radici carnose le hanno consentito di sopravvivere alla siccità  estiva, così con le pioggie autunnali sono rispuntate le foglie e poi i  delicati fiorellini... è la pratolina, che rallegra i bordi del sentiero  e le scarpate con i fiorellini bianco rosa.
Certo,  ogni tanto qualche capretta ne “pota” le foglie, ma ricrescono  rapidamente, grazie anche concimazione delle simpatiche ruminanti.
giovedì 18 novembre 2004
Nerine
Metà  novembre, il mare calmo ricorda le giornate di settembre, ma le giornate  si sono molto accorciate, alle quattro di pomeriggio il sole è già  verso il tramonto...
E' la  stagione delle nerine, le ultime piante bulbose a fiorire, anche il  colore più tenue è adatto alla stagione ed alle foglie che iniziano a  cadere dagli alberi
sabato 13 novembre 2004
L'estate di San Martino
Durerà poco, ma godiamoci questi giorni di sole dopo il freddo e la pioggia dei giorni scorsi. La bouganvillea con i suoi rami fioriti attira le ultime farfalle,
meno nobile ma col suo forte profumo di miele l'hiberis tapezza il prato di grappolini bianchi.
domenica 7 novembre 2004
L'olio nuovo
La prima  raccolta di olive è stata macinata, la fatica di una settimana di lavoro  si è trasformata in un olio opaco e verdastro che col tempo diventerà  limpido e dorato.
Le olive  portate al frantoio erano ancora un po' verdi, staccate dai rami con una  certa difficoltà; macinando olive immature la resa in olio è inferiore a  quella delle olive mature, ma l'acidità è molto bassa e il gusto molto  aromatico dei primi giorni diventerà più morbido quando sarà decantato.
Nell'antica  Roma l'olio di olive immature era molto apprezzato, veniva chiamato  onfacino, ed era usato soprattutto come unguento e per la base dei  profumi, che a quel tempo venivano estratti per spremitura e  macerazione; la distillazione non era conosciuta, è stata introdotta  dagli arabi nel IX secolo d.c.
Nella foto  una “misura” di olive, varietà colombara, raccolte immature; la misura  da olive, detta anche “quarta” in quanto la quarta parte di un sacco da  50 kg., cioè 12,5 kg., rende poco più di 2 kg. di olio per le olive  verdi e 2,8 per olive ben mature ( dal 16 al 23% ). Le rese possono  ovviamente essere diverse a seconda della varietà e del clima,  difficilmente si supera il 25%.
Per  semplificare la raccolta, dopo aver steso a terra le reti, facciamo una  potatura dei rami più lunghi, poi si fanno cadere le olive dai rami  rimasti; staccate anche le olive dai rami potati, si ritirano le reti  rovesciando le olive nei secchi. A questo punto entrano in azione le  caprette, che erano state opportunamente rinchiuse nell'altra metà del  terreno, e in poco tempo i rami potati vengono “biodegradati”, resta  solo legna da ardere...
Con l'olio  nuovo si possono gustare ottime bruschette, se passate dalle mie parti  portatevi del pane casereccio, l'olio e l'aglio ce li metto io.
venerdì 5 novembre 2004
domenica 31 ottobre 2004
Spiaggia e balena
E' tornato  il sole, il parco giochi sulla spiaggia si è animato, da un fagotto  informe sulla sabbia è sbucata fuori una balena gemella di quella  fuggita in mare aperto lo scorso anno (vedi post dic.03)...
venerdì 29 ottobre 2004
Autunno
Autunno, sul mare nuvole gonfie  d'acqua portate dal vento, sulla sabbia castelli e scivoli attendono il  sole e i bimbi a giocare.
lunedì 25 ottobre 2004
Olivo pendolino
Questo rametto diventerà un cucchiaino d'olio...
Ulivo pendolino, varietà toscana buona impollinatrice.
Ulivo pendolino, varietà toscana buona impollinatrice.
sabato 23 ottobre 2004
Il terebinto
E' un arbusto della macchia mediterranea, anche se in condizioni favorevoli e col tempo può diventare un piccolo albero.
Il suo nome scientifico, pistacia terebinthus, ci dice che è della stessa famiglia del pistacchio (pistacia vera) e del lentisco (pistacia lentiscus).  In effetti nelle coltivazioni di pistacchio viene utilizzato come  portainnesto; anche i frutti del terebinto sono simili ai pistacchi, con  polpa verde, solo molto più piccoli.
               E' una  pianta dioica, cioè ci sono piante maschili e piante femminili,  l'impollinazione è anemofila, il polline è trasportato dal vento. In  inverno perde le foglie, come il pistacchio, mentre invece quelle del  lentisco sono persistenti. In primavera i germogli di punta emettono le  infiorescenze, successivamente si aprono i germogli laterali che  generano i nuovi rami. In Liguria nei vecchi oliveti era tollerato,  anche se veniva potato a zero prima della raccolta delle olive, perchè  con le radici e col ceppo contribuiva a sostenere dei vecchi muri a  secco e delle scarpate.
venerdì 15 ottobre 2004
Ritorno al passato
Ormai la  pubblicità televisiva ci ha convinto che la natura sia quella che  vediamo in TV, uccellini che bevono acqua minerale, mucche che saltano  steccati o che si arrampicano su grondaie, polli felici di crescere  beccando mangime con farine di pesce ma senza OGM... 
La realtà è  ben altra, pulcini che hanno per “mamma” un'incubatrice, che crescono  pompati con mangimi superenergetici, stipati in capannoni senza vedere  il sole o il cielo, galline rinchiuse in “monolocali” che trasformano  mangime in uova di gusto neutro a cui ci siamo abituati. Poiché a me  piace ogni tanto mangiare un uovo in camicia o una pasta alla carbonara  preparata con uova genuine che non sappiano di farina di pesce, da anni  ho un piccolo pollaio con cinque o sei galline ed un gallo. Oltre che a  grano e granturco le nutro con gli avanzi di cucina ed ho uova per me e  per gli amici. 
Poiché un  mese fa' una gallina si era messa a covare, cioè stava tutto il giorno  sulle uova senza quasi nutrirsi, dapprima ho provato a farla desistere,  poi ho pensato di lasciarla covare alcune uova mettendola separata dalle  altre.
Ieri ho  sentito i primi pigolii e ho messo della farina di mais vicino alla  chioccia, nel pomeriggio ho potuto fotografare i pulcini che usciti dal  caldo riparo di mamma chioccia imparavano a becchettare.
Diventeranno galletti o galline, magari finiranno in pentola, ma perlomeno non sono figli di n.n., cresceranno con tanto di madre e ... padre.
sabato 9 ottobre 2004
giovedì 7 ottobre 2004
Una regina nera, di origini africane
E' la farfalla del corbezzolo, la Charaxes jasius,  l'unica della sua famiglia a vivere nei nostri climi. Poiché la sua  larva vive quasi esclusivamente sul corbezzolo, raramente su agrumi, il  suo habitat è limitato alle coste italiane con macchia mediterranea,  escluse (pare) le adriatiche. Anche la sua larva, un verme verde piatto  che si mimetizza bene sulle foglie di cui si nutre, è di aspetto  originale, con una sorta di elmo sulla testa e due macchioline dorsali.
Il primo incontro con la Charaxes è stato in Corsica, negli anni ottanta, ero seduto al mio tavolino da campeggio su cui era posato un bicchiere in plastica Corsica Ferries e improvvisamente una bella farfalla era arrivata volando controvento sino al bicchiere e per nulla intimorita si era messa a succhiare il rosè di Aleria srotolando una lunga lingua piatta.
Prima l'ho  scacciata pensando che si avvelenasse, poi visto che insisteva l'ho  lasciata succhiare... fatto il pieno di rosè corso si era allontanata  verso i cespugli, senza volare storto come prevedevo.
Da allora il fatto era successo spesso, anzi quando arrivava rovesciavo qualche goccia sul tavolo perchè si servisse meglio.
Anche  qualche anno fa, quando andavo al golfo di Aliso a capo Corso assieme a  mia moglie, arrivava spesso qualche charaxes attirata dal rosè (avevo  cambiato stato civile ma non gusti enologici, anzi li avevo trasmessi a  mia moglie).
Poi mi  sono accorto che le stesse farfalle erano anche da noi, quando c'erano  pesche cadute a terra troppo mature arrivavano attirate dall'odore e  succhiavano la polpa in fermentazione.
Un mese  fa' ho cominciato a vederne qualcuna, giravano attorno ai carrubi  attirate dall'odore dolciastro delle carrube in maturazione, ma è  difficile fotografarle, volano rapidamente e difficilmente si posano.  Così, forte dell'esperienza in Corsica, ho preso del vino frizzante  portato dalla Romania dall'amico Petre e ho provato ad attirarla. Ne è  arrivata una quasi subito, ha solo annusato ed è ripartita in volo prima  ancora che potessi scattare una foto. Giorni dopo ne ho trovata una in  serra, sbatteva contro i vetri non trovando l'uscita ma anche quella è  fuggita prima che avessi il tempo di accendere la fotocamera.
Nel  frattempo era l'ora della partenza per Barcaggio, dove ero sicuro che  avrei trovato e fotografato l'ineducata farfalla... infatti di charaxes  ce ne erano tante, mi passavano davanti al naso al mattino quando mi  affacciavo a guardare lo stato del mare, si posavano a terra sul  piazzale del porticciolo dove c'erano pozze d'acqua ma fuggivano appena  mi avvicinavo, me le trovavo a svolazzare sul mare quando trainavo  sottocosta ai dentici... ero diventato lo zimbello di mia moglie e di  mia cognata, mi dicevano in continuazione “guarda, la tua farfalla!”...  finalmente mi danno la segnalazione giusta, ce ne era una posata sullo  stenditoio davanti alla finestra della camera. La fotografo attraverso i  vetri, ad ali chiuse, poi apro la finestra per fotografarla meglio e  ovviamente scappa. Per fortuna la foto è di qualità discreta. Ma volevo  la foto ad ali aperte, quindi la caccia non era ancora finita...
Quando non  uscivo in barca a pesca mi sedevo sul muretto davanti a casa con un  bicchiere di rosè, lo agitavo, ne spargevo un po' sul cemento caldo per  farlo evaporare, ma di charaxes nemmeno l'ombra, passavano in volo ma  nessuna arrivava attirata dal vino, anzi ero io che passavo per beone  perchè avevo sempre il bicchiere in mano.
Finalmente  il penultimo giorno, mentre attraversavo il piazzale del porto per  andare a pesca, eccone una che si posa quasi ai miei piedi e si lascia  fotografare ad ali aperte mentre cerca un po' di liquido tra il fango  essiccato dal sole. Quella stessa mattina ho agganciato un dentice sui  due chili che si è staccato proprio a galla, vicino alla barca... non  importa, ho pensato, ho le foto della farfalla...
lunedì 4 ottobre 2004
Ritorno a casa
Ieri alle  12,30 ho dato l'ultimo saluto a Barcaggio e alla Giraglia dal vetro  appannato del traghetto, dopo 4 ore ero a scaricare gli attrezzi da  pesca nel mio terreno, accolto da gatti, cane e ... caprette. Ho trovato  tutto in ordine, solo Pippo non è stato abbastanza accorto, oggi ho  visto la capretta Flor che passeggiava con Gigi, capretto rampante.
Flor e Gigi
la capretta Smilla
Anche la  capretta Smilla, ultima nata, è cresciuta e sfoggia due cornini da  adolescente. Purtroppo non ha piovuto, solo poche gocce mi hanno detto, e  tutto è molto secco, come lo scorso anno. In compenso le olive sono  molto sane, la pelle indurita dalla siccità impedisce alle mosche di  deporre le uova da cui si sviluppano i vermetti. Sotto gli ulivi l'erba è  rasata, le caprette ormai da due mesi si nutrono con i germogli della  macchia mediterranea circostante, in attesa dell'erba che ricrescerà  alle prime pioggie autunnali.
mercoledì 15 settembre 2004
Pausa blog per vacanza
Ho  preparato canne, attrezzi da cucina e macchina fotografica, tutto quanto  occorre per una quindicina di giorni di pesca a traina nelle acque di  capo Corso. Il periodo è favorevole alla traina, ma anche la pesca a  fondo e quella sub dovrebbero fornire buon materiale per una dieta a  base di pesce, sempre che il mare sia adatto alla piccola barca che mi  attende capovolta sul piazzale del porticciolo di Barcaggio.
E se il mare farà i capricci posso sempre darmi alla fotografia e procurare materiale per il blog corsicafoto...
Piante ed animali sono affidati agli amici, sulle caprette veglierà Pippo, col suo fisico da culturista e la barba da re babilonese. Il blog sarà quindi in stand-by, anche se qualche sbirciatina in rete la darò dal PC (pardon...ordinateur) di un amico corso. Au revoir le 3 october...
sabato 11 settembre 2004
L'amarillis belladonna
Oltre che  un bel fiore, anche da taglio dato il lungo stelo e la discreta durata, è  una pianta molto curiosa; in primavera i bulbi germogliano con lunghe  foglie a nastro di un bel verde scuro, poi col caldo dell'estate le  foglie seccano completamente, lasciando il terreno spoglio e riarso per  la siccità estiva.
Ai primi di settembre da tutti i bulbi contemporaneamente iniziano a innalzarsi gli steli con la punta a lancia, da cui sbocciano tre o quattro grossi fiori rosa. E' strano vedere questi fiori sbocciare da un terreno spoglio senza la minima fogliolina verde e tutti assieme, per chissà quale orologio biologico...
lunedì 6 settembre 2004
mercoledì 1 settembre 2004
Il Carrubo
Il sole di fine agosto sta portando a maturazione le carrube, la cui raccolta, quando ero bambino, precedeva quella delle olive.
Ora nessuno le raccoglie,  quelle che cadono sulla strada che sale tra le villette vengono  schiacciate dalle auto in trasito e scopate via da chi è incaricato  della pulizia.
Oggi è una  pianta ornamentale, però sino a cinquantanni fa' era un notevole  tassello dell'economia agricola dalle nostre parti. E' un grosso albero,  originario dell'Asia Minore, da cui si è esteso per coltivazione  antichissima a tutto il Mediterraneo, ma solo nelle zone in cui la  temperatura invernale difficilmente scenda sotto zero.
Le belle  foglie lucide non cadono in inverno e in settembre maturano i frutti e  contemporaneamente i fiori, che sono piccoli e verdastri; i frutti sono  baccelli appiattiti grandi come una banana, sono molto zuccherini e  venivano utilizzati per nutrire il bestiame, soprattutto i cavalli che  allora trainavano carrozze e tram nelle città.
Ricordo da  bambino le ultime carrozze che portavano i turisti e aspettavano sulla  piazza della stazione, i cavalli avevano un cappello di paglia con i  buchi per le orecchie e un sacchetto di carrube appeso al muso...  masticando facevano il pieno, un pieno ecologico anche se poi ne  lasciavano gli scarti (biodegradabili...) lungo la strada.
Nella zona  dove ho il terreno, i carrubi abbondavano in tutte le scarpate non  coltivate ad olivo, ancora adesso ce ne sono molti lungo la strada e nei  giardini delle villette. Nel mio terreno sono circa una decina, molto  apprezzati dalle caprette per l'ombra che fanno nelle calde giornate  estive e per i frutti che cadono con le raffiche di vento in un periodo  in cui c'è scarsità d'erba.
Una  curiosità: il termine “carato”, cioè l'unità di misura dei preziosi,  deriva dall'arabo “quirat”, seme di carrubo, che veniva usato come peso  nei bilancini; se ne facevano anche rosari e anche adesso, se leggete  gli ingredienti di merendine o gelati, potrete trovare la dicitura:  farina di semi di carrubo.
lunedì 23 agosto 2004
La macchia mediterranea
Un tempo  le colline liguri degradanti sul mare erano tutte coltivate, antiche  mani callose avevano tirato su muretti a secco per trattenere la terra e  l'umidità ed in questi terrazzamenti, le cosidette fasce, avevano  piantato ciò che era più adatto al clima mediterraneo, l'olivo e la  vite.
Era anche  ciò che dava origine a dei fiorenti traffici marittimi, l'olio e il vino  ed ogni metro strappato alla macchia mediterranea che ricopriva i  terreni vergini era un incremento al magro reddito del contadino ligure.  Poi venne la guerra, una guerra diversa da quelle precedenti, dove  migliaia di giovani, soprattutto contadini, venivano mandati al macello  falciati dalla mitragliatrici. Vennero a mancare le braccia che  coltivavano, la terra non produceva più reddito e l'olivo veniva stimato  non più per quanto olio poteva produrre, bensì per quanta legna da  ardere se ne poteva ricavare, ed era tanta e pregiata, soprattutto nel  ceppo di questi ulivi centenari.
Le  campagne venivano vendute per pochi soldi, gli alberi sradicati ed i  muretti a secco demoliti per facilitare l'estrazione del legno, interi  treni venivano caricati di legna da ardere diretta soprattutto a Genova,  per i primi riscaldamenti centralizzati.
Pochi  terreni si sono salvati a questa distruzione, il mio è uno di questi.  Nei terreni in cui venivano sradicati gli ulivi in breve tempo prendeva  il sopravvento la macchia mediterranea primitiva, non più controllata  dall'uomo. Ginestre, alanterni, corbezzoli, lecci, terebinti, mirto e  mortina prendevano il sopravvento sui pochi ulivi che ricrescevano dagli  spezzoni di radice rimasti, solo il pascolo del bestiame inizialmente  riusciva a contenere questa rigogliosa vegetazione; sparito anche il  bestiame, tutto è diventato un intrico di cespugli e rovi, impossibile  da percorrere ed in estate soggetto a pericolosi incendi.
Dalla foto si può vedere ciò che mi circonda su tre lati, una muraglia verde al di là della recinzione che contrasta con l'erba rasata e gli ulivi sotto cui pascolano le mie caprette. Solo quando qualche incendio devasta la macchia, che però ricresce nell'arco di pochi anni, si possono vedere i resti di questi muretti sin nelle zone più impervie, queste testimonianze del lavoro dei nostri avi.
martedì 17 agosto 2004
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