domenica 31 ottobre 2004

Spiaggia e balena



E' tornato il sole, il parco giochi sulla spiaggia si è animato, da un fagotto informe sulla sabbia è sbucata fuori una balena gemella di quella fuggita in mare aperto lo scorso anno (vedi post dic.03)...

venerdì 29 ottobre 2004

Autunno




Autunno, sul mare nuvole gonfie d'acqua portate dal vento, sulla sabbia castelli e scivoli attendono il sole e i bimbi a giocare.

lunedì 25 ottobre 2004

Olivo pendolino

Questo rametto diventerà un cucchiaino d'olio...

Ulivo pendolino, varietà toscana buona impollinatrice.

sabato 23 ottobre 2004

Il terebinto

E' un arbusto della macchia mediterranea, anche se in condizioni favorevoli e col tempo può diventare un piccolo albero.
Il suo nome scientifico, pistacia terebinthus, ci dice che è della stessa famiglia del pistacchio (pistacia vera) e del lentisco (pistacia lentiscus). In effetti nelle coltivazioni di pistacchio viene utilizzato come portainnesto; anche i frutti del terebinto sono simili ai pistacchi, con polpa verde, solo molto più piccoli.



               E' una pianta dioica, cioè ci sono piante maschili e piante femminili, l'impollinazione è anemofila, il polline è trasportato dal vento. In inverno perde le foglie, come il pistacchio, mentre invece quelle del lentisco sono persistenti. In primavera i germogli di punta emettono le infiorescenze, successivamente si aprono i germogli laterali che generano i nuovi rami. In Liguria nei vecchi oliveti era tollerato, anche se veniva potato a zero prima della raccolta delle olive, perchè con le radici e col ceppo contribuiva a sostenere dei vecchi muri a secco e delle scarpate.




venerdì 15 ottobre 2004

Ritorno al passato


Ormai la pubblicità televisiva ci ha convinto che la natura sia quella che vediamo in TV, uccellini che bevono acqua minerale, mucche che saltano steccati o che si arrampicano su grondaie, polli felici di crescere beccando mangime con farine di pesce ma senza OGM...
La realtà è ben altra, pulcini che hanno per “mamma” un'incubatrice, che crescono pompati con mangimi superenergetici, stipati in capannoni senza vedere il sole o il cielo, galline rinchiuse in “monolocali” che trasformano mangime in uova di gusto neutro a cui ci siamo abituati. Poiché a me piace ogni tanto mangiare un uovo in camicia o una pasta alla carbonara preparata con uova genuine che non sappiano di farina di pesce, da anni ho un piccolo pollaio con cinque o sei galline ed un gallo. Oltre che a grano e granturco le nutro con gli avanzi di cucina ed ho uova per me e per gli amici.
Poiché un mese fa' una gallina si era messa a covare, cioè stava tutto il giorno sulle uova senza quasi nutrirsi, dapprima ho provato a farla desistere, poi ho pensato di lasciarla covare alcune uova mettendola separata dalle altre.
Ieri ho sentito i primi pigolii e ho messo della farina di mais vicino alla chioccia, nel pomeriggio ho potuto fotografare i pulcini che usciti dal caldo riparo di mamma chioccia imparavano a becchettare.



Diventeranno galletti o galline, magari finiranno in pentola, ma perlomeno non sono figli di n.n., cresceranno con tanto di madre e ... padre. 

giovedì 7 ottobre 2004

Una regina nera, di origini africane


E' la farfalla del corbezzolo, la Charaxes jasius, l'unica della sua famiglia a vivere nei nostri climi. Poiché la sua larva vive quasi esclusivamente sul corbezzolo, raramente su agrumi, il suo habitat è limitato alle coste italiane con macchia mediterranea, escluse (pare) le adriatiche. Anche la sua larva, un verme verde piatto che si mimetizza bene sulle foglie di cui si nutre, è di aspetto originale, con una sorta di elmo sulla testa e due macchioline dorsali.



Il primo incontro con la Charaxes è stato in Corsica, negli anni ottanta, ero seduto al mio tavolino da campeggio su cui era posato un bicchiere in plastica Corsica Ferries e improvvisamente una bella farfalla era arrivata volando controvento sino al bicchiere e per nulla intimorita si era messa a succhiare il rosè di Aleria srotolando una lunga lingua piatta.
Prima l'ho scacciata pensando che si avvelenasse, poi visto che insisteva l'ho lasciata succhiare... fatto il pieno di rosè corso si era allontanata verso i cespugli, senza volare storto come prevedevo.
Da allora il fatto era successo spesso, anzi quando arrivava rovesciavo qualche goccia sul tavolo perchè si servisse meglio.
Anche qualche anno fa, quando andavo al golfo di Aliso a capo Corso assieme a mia moglie, arrivava spesso qualche charaxes attirata dal rosè (avevo cambiato stato civile ma non gusti enologici, anzi li avevo trasmessi a mia moglie).
Poi mi sono accorto che le stesse farfalle erano anche da noi, quando c'erano pesche cadute a terra troppo mature arrivavano attirate dall'odore e succhiavano la polpa in fermentazione.
Un mese fa' ho cominciato a vederne qualcuna, giravano attorno ai carrubi attirate dall'odore dolciastro delle carrube in maturazione, ma è difficile fotografarle, volano rapidamente e difficilmente si posano. Così, forte dell'esperienza in Corsica, ho preso del vino frizzante portato dalla Romania dall'amico Petre e ho provato ad attirarla. Ne è arrivata una quasi subito, ha solo annusato ed è ripartita in volo prima ancora che potessi scattare una foto. Giorni dopo ne ho trovata una in serra, sbatteva contro i vetri non trovando l'uscita ma anche quella è fuggita prima che avessi il tempo di accendere la fotocamera.
Nel frattempo era l'ora della partenza per Barcaggio, dove ero sicuro che avrei trovato e fotografato l'ineducata farfalla... infatti di charaxes ce ne erano tante, mi passavano davanti al naso al mattino quando mi affacciavo a guardare lo stato del mare, si posavano a terra sul piazzale del porticciolo dove c'erano pozze d'acqua ma fuggivano appena mi avvicinavo, me le trovavo a svolazzare sul mare quando trainavo sottocosta ai dentici... ero diventato lo zimbello di mia moglie e di mia cognata, mi dicevano in continuazione “guarda, la tua farfalla!”... finalmente mi danno la segnalazione giusta, ce ne era una posata sullo stenditoio davanti alla finestra della camera. La fotografo attraverso i vetri, ad ali chiuse, poi apro la finestra per fotografarla meglio e ovviamente scappa. Per fortuna la foto è di qualità discreta. Ma volevo la foto ad ali aperte, quindi la caccia non era ancora finita...
Quando non uscivo in barca a pesca mi sedevo sul muretto davanti a casa con un bicchiere di rosè, lo agitavo, ne spargevo un po' sul cemento caldo per farlo evaporare, ma di charaxes nemmeno l'ombra, passavano in volo ma nessuna arrivava attirata dal vino, anzi ero io che passavo per beone perchè avevo sempre il bicchiere in mano.
Finalmente il penultimo giorno, mentre attraversavo il piazzale del porto per andare a pesca, eccone una che si posa quasi ai miei piedi e si lascia fotografare ad ali aperte mentre cerca un po' di liquido tra il fango essiccato dal sole. Quella stessa mattina ho agganciato un dentice sui due chili che si è staccato proprio a galla, vicino alla barca... non importa, ho pensato, ho le foto della farfalla...

lunedì 4 ottobre 2004

Ritorno a casa

Ieri alle 12,30 ho dato l'ultimo saluto a Barcaggio e alla Giraglia dal vetro appannato del traghetto, dopo 4 ore ero a scaricare gli attrezzi da pesca nel mio terreno, accolto da gatti, cane e ... caprette. Ho trovato tutto in ordine, solo Pippo non è stato abbastanza accorto, oggi ho visto la capretta Flor che passeggiava con Gigi, capretto rampante.

Flor e Gigi

la capretta Smilla
Anche la capretta Smilla, ultima nata, è cresciuta e sfoggia due cornini da adolescente. Purtroppo non ha piovuto, solo poche gocce mi hanno detto, e tutto è molto secco, come lo scorso anno. In compenso le olive sono molto sane, la pelle indurita dalla siccità impedisce alle mosche di deporre le uova da cui si sviluppano i vermetti. Sotto gli ulivi l'erba è rasata, le caprette ormai da due mesi si nutrono con i germogli della macchia mediterranea circostante, in attesa dell'erba che ricrescerà alle prime pioggie autunnali.
 
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