giovedì 17 agosto 2006

Okra


L'okra (hibiscus esculentus) è una verdura dei paesi caldi che inizia ad essere conosciuta anche qui da noi, per ora nei negozi etnici o presso le ditte che approvigionano le navi, in scatola o sugelata. Credo che qualche coltivazione a carattere commerciale si sia iniziata in Sicilia, comunque è coltivabile in tutta Italia, limitatamente ai mesi estivi.



Infatti ha bisogno di caldo, si può precoltivare in vasetti in serra ma sinchè non è in piena terra e con temperature superiori ai 20° cresce stentata. Poi però cresce a vista d'occhio, con fusto simile ai girasoli. Le foglie sono ampie, più o meno palmate secondo la varietà, con dei peli urticanti come le zucche. La varietà Clemson è poco spinosa, con foglie molto palmate sin dalla base e molto produttiva; le varietà greca e albanese sono simili, a crescita molto vigorosa e con foglie dapprima quasi tonde, poi più palmate nella crescita, però iniziano a produrre quando sono già oltre il metro. La quarta varietà, della Sierra Leone è simile a queste ultime due, ma con gambo e steli delle foglie marrone. Anche la produttività è simile a quelle greca e albanese. 

 



In tutte le varietà il fiore è simile, bianco crema con centro viola scuro e pistillo sporgente, si apre al mattino ma già al pomeriggio appassisce e cade, scoprendo il frutticino che in pochi giorni è da raccogliere. 

 


Data l'ampia diffusione geografica dell'okra sono anche molti i nomi con cui è conosciuta nei vari continenti: gombo, bamja, lady fingers, canja in Senegal. In genere si cucina mista ad altre verdure con riso e pollo, io per ora ho provato a metterla sott'aceto come i cetriolini o i capperi e la trovo molto gustosa; una mia corrispondente argentina la cucina con pomodoro e coriandolo, con il cous cous.
 

giovedì 10 agosto 2006

Pesche gialle bio

Raccogliere le pesche da un albero piantato personalmente da' soddisfazione, ma quando la pianta è stata proprio fatta dal seme la soddisfazione è ancora maggiore.

La prima pianta mi era nata per caso, da un nocciolo finito chissà come nella terra dell'orto: mi aveva subito stupito il fatto che questa pianta non prendeva la malattia alle foglie come succedeva sempre alle piante di pesco acquistate dal vivaista e che avevo rinunciato a coltivare perchè non mi andava di spruzzare veleni in quantità per poter mangiare dei frutti.


Oltretutto dopo qualche anno aveva fiorito e portato a maturazione alcune pesche gialle, veramente gustose e che maturavano le prime settimane di agosto. Così ho pensato di seminare alcuni noccioli di queste pesche ed ho fatto due piante che ora da qualche anno fioriscono e fruttificano regolarmente, mentre la pianta madre che era vicino allo scarico di un lavandino è seccata per la troppa acqua nelle radici.

       
Così ora ho due piante di pesco che fruttificano senza neanche una goccia di antiparassitari, a volte hanno qualche foglia accartocciata in primavera, ma poi cadono e gli alberi si coprono di un bel fogliame verde e di frutti sani, salvo a volte qualche vermetto, biologico anche lui...
 
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