giovedì 11 gennaio 2007

In memoria di Fabrizio De Andrè

 (Da un commento a nuvole barocche)

LA RAGIONEVOLEZZA


Direi d’essere un libertario, una persona estremamente tollerante. Spero perciò  d’essere considerato degno di poter appartenere ad un consesso civile perché, a mio avviso, la tolleranza è il primo sintomo della civiltà, deriva dal libertarismo. Se poi anarchico l’hanno fatto diventare un termine negativo, addirittura orrendo…anarchico vuol dire senza governo, anarche… con questo alfa privativo, fottutissimo… vuol dire semplicemente che uno pensa di essere abbastanza civile per riuscire a governarsi per conto proprio, attribuendo agli altri, con fiducia (visto che l’ha in se stesso), le sue stesse capacità. Mi pare così vada intesa la vera democrazia. […] Ritengo che l’anarchismo sia un perfezionamente della democrazia.

Fu grazie a Brassens, maestro di pensiero e di vita, che scoprii di essere un anarchico. Mi ha insegnato per esempio a lasciare correre i ladri di mele, come diceva lui. Mi ha insegnato che in fin dei conti la ragionevolezza e la convivenza sociale autentica si trovano di più in quella parte umiliata ed emarginata della nostra società che non tra i potenti.

Penso che chi fa la mia conoscenza rimanga sicuramente deluso. Perché […] non sono un atleta della parola, del dialogo, non sono allenato in tal senso, non faccio il politico né l’avvocato e quindi ho bisogno di riflettere per non dire delle sciocchezze. Se non rifletto facilmente mi escono fuori dalla bocca dei luoghi comuni. Quando cerco di riuscire a portare avanti un discorso semplicemente parlando, dicendo delle parole, per riempire gli spazi di silenzio, o se tento di stringere, dico delle grandi vaccate.

[…] non mi sono mai fatto uno schema preciso di letture. Talvolta mi è capitato di leggere insieme Asterix con Oblomov di Gonc_rov. […] sono abituato a leggere fin da piccolo. In famiglia c’era l’abitudine che fortunatamente si incastrava bene col mio temperamento, perché sono curioso, facilmente impressionabile e tuttora posso dire di leggere quasi un libro al giorno.

Ho sempre avuto due chiodi fissi: l’ansia di giustizia e la convizione, presuntuosa, di poter cambiare il mondo. Oggi quest’ultima è caduta.

Le mie Nuvole sono […] quei personaggi ingombranti e incombenti nella nostra vita sociale, politica ed economica; sono tutti coloro che hanno terrore del nuovo perché il nuovo potrebbe sovvertire le loro posizioni di potere.

Faber

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