Oggi era una giornata di mareggiata, stamattina c'era pioggia e raffiche di vento, vento caldo da sud-ovest che portava nuvoloni neri carichi di pioggia. In una pausa della pioggia sono andato su nel terreno, c'erano 16° e a parte le raffiche di vento non si stava male. Volevo soprattutto controllare che le reti che avevamo tese sotto gli olivi non avessero avuto danni; era tutto a posto, già molte olive erano cadute nelle reti, le caprette erano dentro i ripari di legno e si vedeva solo qualche muso che sporgeva incuriosito.
Poi il vento ha iniziato a rinforzare, gli olivi si piegavano sotto le raffiche, il mare che prima era solo increspato è diventato una distesa di schiuma bianca strappata alle creste delle onde, onde lunghe e sempre più alte che frangevano rumorosamente sugli scogli sotto di me. L'isola Gallinara sembrava una testugine che arrancava controcorrente, gli spruzzi bianchi arrivavamo a metà dello sperone di roccia della punta Falconara.
Il mare era deserto, non si vedevano né barche da pesca né navi, la tempesta di vento era stata prevista dai bollettini meteo... Ai nostri giorni è abbastanza facile navigare, ci sono porti quasi ovunque, apparati radio per ricevere gli avvisi di burrasca e poter trasmettere chiamate di soccorso.
Ma nell'800 era ben diverso, sulla spiaggia di Alassio c'erano cantieri che costruivano grossi barconi a vela che trasportavano le merci lungo la costa o verso la Sardegna, stoffe che dal Piemonte partivano verso Cagliari, olio e pecorino sardo che invece faceva il viaggio inverso, per finire nei magazzini dei mercanti liguri ed essere venduto nell'entroterra.
E se nella traversata si incappava in una simile tempesta, c'era poco da fare... si scaricava parte del carico a mare, si inchiodavano i boccaporti perchè non fossero strappati dalle onde, si usavano le pompe a mano per vuotare le sentine dall'acqua che riusciva a filtrare dalle tavole del ponte... e poi ci si raccomandava a qualche santo, magari a quello il cui nome era anche quello della barca.
I miei antenati alassini si raccomandavano ai Corpi Santi, un'urna contenente alcune ossa di martiri conservata nella chiesa di S.Caterina... queste reliquie erano state portate di nascosto dalla Sardegna da qualche armatore alassino (un “pacco” di stile partenopeo...) e venivano portate in processione tra i carruggi quando c'erano forti mareggiate... così il mare, dopo uno o due giorni si calmava!
Se si sopravviveva a qualche tempesta, era poi consuetudine far fare degli ex voto, nei vicoli di Genova c'erano artigiani che provvedevano alla bisogna: con le istruzioni del committente dipingevano un quadretto dove sopra il mare in tempesta, in uno squarcio delle nuvole, c'era il Santo che era stato felicemente invocato. Questo ex voto finiva poi in qualche chiesa o nella casa del miracolato...
In questo ex voto, risalente a un mio diretto antenato, c'è scritto: “Nell'anno 1846 addì 12 dicembre il cap.no Antonio Basso confidando nel patrocinio dei Corpi Santi di Alassio andò salvo da terribile procella”.
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