domenica 28 dicembre 2003

KHORAKHANE'


Il cuore rallenta la testa cammina
in quel pozzo di piscio e cemento
a quel campo strappato dal vento
a forza di essere vento
porto il nome di tutti i battesimi
ogni nome il sigillo di un lasciapassare
per un guado una terra una nuvola un canto
un diamante nascosto nel pane
per un solo dolcissimo umore del sangue
per la stessa ragione del viaggio viaggiare.
il cuore rallenta e la testa cammina
in un buio di giostre in disuso
qualche rom si è fermato italiano
come un rame a imbrunire su un muro
saper leggere il libro del mondo
con parole cangianti e nessuna scrittura
nei sentieri costretti in un palmo di mano
i segreti che fanno paura
finchè un uomo ti incontra e non si riconosce
e ogni terra si accende e si arrende alla pace.
I figli cadevano dal calendario
Yugoslavia Polonia Ungheria
i soldati prendevano tutti
e tutti buttavano via
e poi Mirka a san Giorgio di maggio
tra le fiamme dei fiori a ridere e bere
e un sollievo di lacrime a invadere gli occhi
e dagli occhi cadere
Ora alzatevi spose bambine
che è venuto il momento di andare
con le vene celesti dei polsi
anche oggi si va a caritare
e se questo vuol dire rubare
questo filo di pane tra miseria e fortuna
allo specchio di questa kampina
ai miei occhi limpidi come un addio
lo può dire soltanto chi sa di raccogliere in bocca
il punto di vista di Dio.
Fabrizio De Andrè
Ogni tanto la cronaca ci porta notizia di bimbi rom bruciati nelle loro baracche o roulottes, oppure di incidenti simili capitati a “turisti” rumeni venuti in Italia a cercare fortuna...
In questa fine d'anno, funestato da una serie infinita di disastri provocati da uomini o dalla natura, voglio lasciare come messaggio di pace e fratellanza, contro ogni discriminazione per razza o religione, questa bella canzone-poesia di De Andrè.
E' stato maestro di tolleranza, di esaltazione degli umili, degli sconfitti, dei diversi... pensate come sarebbe diverso il mondo se queste idee fossero patrimonio comune...
BUON ANNO A TUTTI... o meglio, come si dice in Corsica, PACE E SALUTE!

venerdì 26 dicembre 2003

LE DUE PANCHINE


In un mio post del 18 agosto scorso, che vi invito a leggere nel mio archivio, parlavo delle due panchine da cui mi piace osservare il mondo attorno a me... come scrivevo, molte cose accomunano le due panchine, da entrambe si ha davanti il mare ed un isolotto, la Gallinara ad Alassio, la Giraglia a Barcaggio.

Differente è la posizione, una è rivolta a sud e l'altra a nord, una cosa che non avevo scritto è che una è praticamente sul 44° parallelo (che attraversa Alassio) e una esattamente sul 43°, per poche decine di metri... una diecina di giorni fa, con una visibilità ottima, dalla panchina nel mio terreno, al tramonto, si vedeva perfettamente la Corsica, oltre che l' Elba e la Capraia, peccato che non avevo con me la macchina fotografica con un buon obbiettivo.

Ora la panchina di Barcaggio mi attende, sarò li a Capodanno a festeggiare l'inizio del 2004 con i miei amici corsi, nel piccolo ristorante sul porticciolo... lo scorso anno eravamo in 15, oltre a noi due quasi tutti gli abitanti.

Troverò ad aspettarmi il gabbiano che solitamente è posato sulla punta del porticciolo o forse ci sarà il merlo blu che lo scorso gennaio era tutto il giorno sullo stesso posto del gabbiano... quello che so sicuramente è che non dovrò subire il chiasso della mia piazzetta alassina e soprattutto le lagnosissime musiche natalizie che diffondono gli altoparlanti tutto il giorno dai primi di dicembre... sempre le stesse quattro o cinque canzoni, dalle 10,30 alle 20...

Anche il rumore dei botti sarà contenuto, solo qualche fucilata verso il cielo stellato a mezzanotte, poi basta, non certo la guerra di botti che qui dura sin quasi al mattino... ci sono bastati i botti di Bush su Bagdad, grazie....

martedì 23 dicembre 2003

ORIONE, IL GIGANTE CACCIATORE

Serata di tramontana, per ora non molto fredda, scendo al parcheggio sotto il mio terreno senza accendere le luci, voglio godermi il cielo stellato che in inverno è particolarmente interessante. Lontano verso est una nave da crociera sfolgorante di luci, sullo sfondo un temporale con lampi che illuminano nubi molto basse all'orizzonte... dovrebbe essere sulla Capraia o verso Livorno. 
Pian piano gli occhi si abituano al buio ed ecco che le stelle diventano più luminose, più numerose... alto sopra il temporale lontano brilla la cintura di Orione, i tre re, racchiusi in quella specie di clessidra formata da Betelgeuse, Bellatrix, Rigel e Saiph, la meno luminosa...il gigante cacciatore Orione che con la spada sguainata insegue le Pleiadi difendendosi dal Toro. La costellazione del Toro, in alto seguendo l'allineamento dei tre re, con Aldebaran circondata dalla sua corte di stelle e ancora più in alto le Pleiadi, macchia luminosa che solo osservando bene si riesce a dividere in singole stelle.
Più tardi, sempre allineato alla cintura di Orione ma dalla parte opposta, sorgerà Sirio, la stella più luminosa del cielo, nella costellazione del Cane Maggiore. Però sono le Pleiadi e la cintura di Orione che gli appassionati preferiscono guardare anche con un buon binocolo... nella cintura si concentrano stelle e nebulose tra cui la nebulosa oscura Testa di Cavallo e sotto la cintura, come un pendino, altre stelle e la grande nebulosa M42. 
Mentre continuano i lampi lontani sull'orizzonte e la nave da crociera è quasi arrivata al largo di Capo Mele, inizio a sentir freddo e salgo in macchina... appena girata la chiavetta ed accese le luci, le stelle si fanno più fievoli, l'incantesimo si rompe, le luci della città che ci negano questo spettacolo del cielo mi attendono...

sabato 20 dicembre 2003

BUON NATALE DA....


                    Briciola
      Pina
     e.....       Gigi

giovedì 18 dicembre 2003

IL CAPPERO



E' un cespuglio estremamente rustico, può crescere su un vecchio muro quasi senza terra, purchè sia ben esposto al sole. Dalla base dei rami secchi dell'anno precedente a primavera crescono i nuovi getti con le caratteristiche foglie tonde; alla base di ogni foglia c'è un bocciolo, che se non raccolto per essere messo sotto sale o aceto, diventerà un bel fiore bianco con i caratteristici stami violetti.

All'attaccatura di foglia e fiore ci sono due piccole spine ricurve, che si agganciano fastidiosamente ai vestiti di chi raccoglie i boccioli. I grandi fiori bianchi si schiudono la sera, per restare aperti sino a quando il sole caldo non fa' cadere petali e stami; il pistillo, se fecondato, si trasformerà in una sorta di piccolo cetriolo pieno dei semi. Anche il frutto (tapino), immaturo e tenero, può essere conservato come i boccioli.

L'insetto che più di ogni altro contribuisce all'impollinazione, è una grossa farfalla notturna con ali corte che battono velocemente e che riesce a restare immobile a pochi centimetri dal fiore il cui polline succhia con la lunga lingua... ricorda un po' il comportamento del colibrì.

Esiste una varietà di cappero più selvatica, con fiori piccoli e sfumati di viola.

Il cappero è una pianta longeva, a crescita lenta, difficile da propagare per talea, patisce molto l'umidità del terreno e la posizione migliore è sul bordo di un muretto a secco. Per me ha un grosso pregio oltre a produrre i gustosi capperi, le caprette non lo mangiano...

lunedì 15 dicembre 2003

IL GABBIANO REALE



E' il padrone del mare... può sembrare goffo quando cammina con le sue zampe palmate, ma basta uno scatto e un battito d'ali per diventare una straordinaria macchina volante. Prende quota con lenti e misurati movimenti delle ali, poi sfruttando le correnti ascensionali, con ampi cerchi sale sempre più in alto. Le grandi ali immobili, il corpo disteso e le zampe nascoste nel piumaggio del ventre, esplora la superfice del mare dall'alto alla ricerca di qualche pesce azzurro che nuoti a pelo d'acqua, poi come un jet in picchiata si getta sulla preda.
Un veloce colpo del becco sfiorando la superfice del mare ed eccolo risalire con un argenteo pesciolino nel becco, un becco giallo robusto e tagliente come un rasoio. Ma è soprattutto quando il mare è agitato che è uno spettacolo stare ad osservarli, vederli volare a pochi centimetri dall'acqua, a volte sulla cresta dell'onda confondendosi col bianco della schiuma, a volte sparendo nel cavo dell'onda per riapparire più lontano.
Purtroppo molti di loro si sono adattati ad una vita più comoda, cibandosi nelle discariche e facendo il nido su vecchi edifici abbandonati, ai margini di una società, quella umana, che sta mutando il volto del pianeta. Altri fortunatamente nidificano solo su alte scogliere e nutrono la prole e se stessi cacciando sul mare... mi piacerebbe pensare che sia una loro libera scelta, gabbiani ecologisti...

venerdì 12 dicembre 2003

LA LEGGENDA DI NATALE


Parlavi alla luna, giocavi coi fiori
avevi l'età che non porta dolori
e il vento era un mago, la rugiada una dea
nel bosco incantato di ogni tua idea
....................................
E venne l'inverno che uccide il colore
e un babbo Natale che parlava d'amore
e d'oro e d'argento splendevano i doni
ma gli occhi eran freddi e non erano buoni
..........................................
Coprì le tue spalle di argento e di lana,
di perle e smeraldi intrecciò una collana
e mentre incantata lo stavi a guardare
dai piedi ai capelli ti volle baciare
.....................................
E adesso che gli altri ti chiamano dea
l'incanto è svanito da ogni tua idea
ma ancora alla luna vorresti narrare
la storia di un fiore appassito a Natale,
la storia di un fiore appassito a Natale.
Fabrizio De Andrè

Ho voluto postare questa bella e poco conosciuta canzone-poesia di De Andrè, per ricordarlo in questo periodo di canzoni natalizie melense... nella piazzetta sotto casa mia oltre agli addobbi luminosi ed a un povero abete segato e piazzato lì in mezzo, hanno installato degli altoparlanti che diffondono lagnosissimi cori di bimbi, per la gioia di chi verrà al mare a trascorrere le feste.
l'isola Gallinara a mezzogiorno
Io però me ne vado nel mio terreno a sentir belare le caprette e a potare gli olivi... tra l'altro oggi era una discreta giornata e solo verso sera sono arrivate nubi e qualche goccia di pioggia... anche il mare era calmo, con un po' di tramontana.

giovedì 11 dicembre 2003

L' AGAVE


Ho sempre avuto la passione delle piante grasse, passione favorita anche dal clima della Riviera, che permette di coltivarle all'aperto senza problemi di gelo... ci sono piante poi, come le crassulacee che fioriscono proprio in inverno.

Le scarpate della strada che dall'Aurelia sale al mio terreno sono piene di agavi e fichi d'india, oltre che da cespugli di rosmarino, ma le agavi sono tutte a foglia stretta e lunga, mentre a me sono sempre piaciute quelle a foglia larga verde scuro e dal portamento eretto.

Così, circa vent'anni fa, trovandone una piccola ho pensato bene di piantarla su un muretto che delimita il sentiero che si inerpica tra gli olivi... man mano che cresceva mi ripromettevo di spostarla in un punto dove ingombrasse meno, ora ho deciso che è meglio spostare sentiero e muretto, anche perchè quest'ultimo è praticamente crollato...



Ah, dimenticavo, l'agave fiorisce una sola volta facendo uno stelo alto alcuni metri... poi secca per lasciare spazio alle altre agavi nate intorno dalle radici.

domenica 7 dicembre 2003

LA BALENA LIBERATA



Era una enorme balena, faceva giocare tanti bambini che soprattutto si divertivano a farsi ingoiare da quella enorme bocca... qualcuno si nascondeva dentro prima che la chiudesse, altri si appendevano alla mascella per farsi sollevare da terra.
Io non ce l'avevo con la balena, mi era anche simpatica con quel suo occhio grande che mi guardava quando bevevo il caffè seduto fuori del baretto sulla spiaggia, in fondo alle scale di casa mia; ce l'avevo con chi aveva messo questa enorme balena gonfiabile proprio li davanti, chiudendomi la vista del mare... e poi mi dava un po' fastidio anche il rumore del compressore che la teneva gonfia e che faceva aprire e chiudere la bocca.
Il grosso polpo-scivolo era più discreto, e poi non era li davanti, anche il giardino delle palme non ingombrava molto la vista, la balena invece mi toglieva anche il basso sole invernale con la sua mole...
La spiaggia stamattina, senza la balena...
Alla sera veniva sgonfiata, come gli altri giochi, e ben piegata in un pesante fagotto sulla sabbia, tanto neppure la tramontana più forte l'avrebbe spostata...
Una notte però il mare ha iniziato a gonfiarsi, le onde sempre più grandi hanno iniziato a mangiarsi la spiaggia, la corrente da libeccio ha prima lambito, poi pian piano scavato la rena sotto il fagotto della balena addormentata e pian piano l'ha trascinata nel suo ambiente naturale, il mare.
Non so quando si sia svegliata, quando si sia resa conto finalmente di nuotare di nuovo libera sul mare, portata da una risacca sempre più forte. Era tanta l'abbrezza della libertà che non si è resa conto di essere trascinata tra i piloni del molo dove si è incastrata tra cemento e scogli coperti di muscoli (le cozze, come le chiamate voi terragni...)
Al mattino è stata scoperta li sotto, così hanno tentato con un grosso gozzo a motore di trascinarla fuori, verso la spiaggia da cui era scappata, ma complice il mare che l'aveva parzialmente insabbiata gli sforzi sono stati vani...per quanto il motore rombasse, per quanto tirassero gli uomini, lei resisteva.
Calata la notte il mare amico ha cambiato corrente, le onde spingevano da scirocco sempre più forte, finchè la balena finalmente di nuovo libera, scansati i piloni del molo si è diretta in mare aperto, facendo perdere le sue tracce... dicono sia finita nella fossetta, una voragine marina a ridosso di Capo Mele, io voglio pensare che stia nuotando al largo, verso quel santuario dei cetacei che è il mare tra noi e la Corsica... a capodanno vado a Barcaggio, sulla punta di Capo Corso, col traghetto... chissà ....

giovedì 4 dicembre 2003

IL MARE D' INVERNO DUE


Oggi il mare era così, onda lunga da scirocco, nuvole basse e un bel acquazzone all'orizzonte... poi come capita spesso sulla Riviera, è uscito il sole e stasera una stellata senza nuvole ed una luna alta nel cielo...
Dopo la siccità estiva è tornato un bel tappeto verde, nel fossato si sente di nuovo scorrere l'acqua , basta un po' di sole e sembra primavera... almeno finchè non torna la tramontana e la pioggia.

lunedì 1 dicembre 2003

COLTURE BIOLOGICHE


Dopo tre anni di convivenza tra le mie caprette nane e gli olivi posso fare alcune considerazioni. Quando ho iniziato a tenere le caprette il mio scopo principale era quello di tenere pulito il mio terreno da erba, cespugli e soprattutto rovi, cosa che per motivi di tempo non riuscivo a fare. Nei fine settimana riuscivo a malapena a curare un po' d'orto e le piante da frutto, gli olivi restavano così incolti e ci usciva a malapena la provvista d'olio per casa e per le cene con gli amici.
Un altro grosso problema erano i porcastri, incrocio tra il cinghiale ed il maiale che gente sciagurata ha liberato sulle nostre colline per avere selvaggina da cacciare ma che si sono rivelati un danno terribile. A differenza del cinghiale che raramente esce dai boschi dove vive e che è poco prolifico, questi incroci devastano anche gli orti tra le case, non avendo paura dell'uomo e sono molto prolifici, come il maiale domestico.
I muri a secco vengono distrutti per cercare le lumache, il terreno scavato per tuberi e lombrichi, viti e alberi di frutta distrutti... come la maggior parte di chi ha l'hobby del contadino o lo fa' di mestiere, ero veramente demoralizzato, avevo provato di tutto, recinti elettrici, altoparlanti che diffondevano musiche giorno e notte... restava solo come soluzione un recinto molto robusto, cosa non facile in un terreno scosceso come il mio.
Iniziato a progettare il recinto, ho pensato che poteva servire a due scopi, tener fuori i porcastri e tener dentro delle caprette a cui da tempo stavo pensando. Il lavoro è stato grande e ancora oggi non è finito, ogni tanto qualche porcastro riesce a trovare un punto debole e ad entrare, ma subito rinforziamo le difese e la cosa è diventata abbastanza infrequente.
Ora finalmente posso constatare che gli olivi traggono grande beneficio dalla presenza delle simpatiche ruminanti: le erbacce sono mangiate man mano che crescono, un'ottima concimazione organica è assicurata, abbondante e ben distribuita... quando poto gli olivi non devo più usare il biotrituratore per eliminare i rami, ci pensano loro e lasciano solo legna da ardere...non devo tagliare i polloni che crescono numerosi dal ceppo degli olivi, non fanno tempo a crescere che vengono brucati.
Tutte le piante infestanti come l'edera o la rosa canina non riescono neanche a germogliare, i rovi poi appena spuntano tra le pietre sono appetiti specialmente dai piccoli che frugano col musetto tra i sassi, tra una poppata e l'altra. Quest'anno, nonostante la siccità, nella zona da più tempo recintata abbiamo raccolto olive molto più belle e numerose che non in quella parte che sono riuscito a cintare solo questa estate.


E tutto questo senza concimi chimici, antiparassitari o altre diavolerie inventate dalle multinazionali per, dicono loro, facilitare il lavoro ai contadini...e arricchirsi ai danni della nostra salute. E poi, volete mettere la compagnia di un branco di simpatiche bestiole che quando girate per il terreno vi seguono in processione??
 
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